Auto nuove Europa, la frenata continua

5 Ago

Auto nuove Europa, la frenata continua

Saranno poco meno di 10 milioni le auto nuove vendute quest’anno nei principali Paesi europei: calo del 7,4% rispetto al 2021, ma di un terzo sul periodo pre-Covid. La stima riportata da Car-Carrozzeria.it dopo l’ultima indagine conferma il trend negativo. Nell’ultimo mese sono stati 948mila i veicoli immatricolati, mentre avevano superato il milione lo scorso anno. In particolare, Germania, Francia e Spagna hanno comunicato un calo di circa il 10%, l’Italia il 15% e in Gran Bretagna fanno peggio con un quinto delle auto invendute.

E allargando il raggio d’azione ai primi cinque mesi del 2022 (4,5 milioni di auto nuove vendute) si registra una riduzione media di quasi il 13% rispetto allo stesso periodo del 2021 (oltre 5,2 milioni). In questa particolare classifica l’Italia è fanalino di coda con quasi un quarto di veicoli non immatricolati. E nel resto del Vecchio Continente? All’ombra della Torre Eiffel nell’ultimo mese sono state vendute quasi 127mila auto nuove rispetto alle 141mila dello stesso periodo del 2021 e un calo si registra anche nel confronto tra i primi cinque mesi dell’anno (600mila nel 2022, 723mila l’anno scorso). La stessa riduzione su base annua si registra in Germania con “solo” 207mila auto immatricolate, mentre sono poco più di un milione nei primi cinque mesi del 2022, in calo di quasi il 10% rispetto ai primi cinque mesi dell’anno scorso. A Madrid, invece, il mese in esame è stato il migliore dell’anno finora con quasi 85mila nuove auto registrate, ma non salva la perdita dell’11% sul 2021. Lo stesso vale da gennaio a maggio con 318mila veicoli immatricolati (-11,5% sull’uguale periodo dello scorso anno). La maglia nera è della Gran Bretagna con 124mila auto immatricolate nell’ultimo mese (156mila lo scorso anno) e per un calo che non si vedeva da trent’anni. Sono poco più di 661mila, invece, i veicoli nuovi registrati nei primi cinque mesi del 2022 (724mila tra gennaio e maggio del 2021).

Il trend non è destinato a invertirsi, ma anzi potrebbe subire un nuovo colpo a causa delle incertezze dovute alla guerra in Ucraina e alle difficoltà di approvvigionamento di microchip dalla Cina alle prese con i continui lockdown per aver puntato sulla rigida politica del “covid zero”. E a fronte di un mercato che continua a essere in calo almeno per i mezzi tradizionali, crescono invece le vendite dei veicoli elettrici e ibridi. Proprio nell’ultimo mese l’Italia ha raggiunto il 9,7% sul parco circolante, ma ben lontano da Germania, Francia e Gran Bretagna che si muovono dal 18 al 25%. A chiudere la classifica è la Spagna che non arriva all’8%.

Sarà un mercato nuovo, all’insegna della mobilità sostenibile, che sta proiettando tutta Europa verso il 2035 quando non si potranno più immatricolare veicoli a benzina e diesel. Per Andrea Cardinali, direttore generale dell’Unrae che riunisce le aziende automobilistiche straniere attive nella distribuzione in Italia, “servirà uno sforzo epocale”. Al boom dei veicoli elettrici, ibridi e plug-in devono affiancarsi le imprese che operano nella stessa filiera e spingere sulle colonnine di ricarica. Cardinali, come riporta Car-Carrozzeria.it, parla anche di “obiettivi vincolanti e ambiziosi da fissare per i governi europei”. Quindi, rispondere con un maxi investimento alla richiesta di quasi 7 milioni di punti di ricarica entro il 2030 rispetto ai soli 300mila installati al momento. E l’Italia? Troppo poche le colonnine sulle autostrade e le tangenziali. “750 milioni di euro da qui al 2026 dal Pnrr non sono sufficienti – continua – e non si conoscono nemmeno i tempi. Bisogna trovare nuovi finanziamenti”.

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