Un’auto che non garantisce più le stesse prestazioni di quando è stata acquistata. Penalizzata dalle restrizioni rigide adottate nelle città contro i mezzi inquinanti. Nuove abitudini negli spostamenti. Sono i motivi principali che spingono gli automobilisti a cambiare auto, puntando anche sull’usato. Ma la compravendita dei veicoli con diversi chilometri alle spalle, avvantaggiati dalla pronta consegna (per un’auto nuova si devono aspettare fino a sei mesi) e dal prezzo più ridotto, non riesce lo stesso a risollevare il settore nazionale dell’automotive. Da gennaio a ottobre del 2022 sono state vendute 3.743.922 auto usate rispetto alle 4.159.440 dello stesso periodo del 2021. Un calo del 10% registrato dall’ultimo rapporto diffuso da UNRAE e di cui dà notizia anche Carrozzeria.it.
La congiuntura negativa si segnala in tutta Italia, ma a fare meglio sono la Lombardia, il Lazio e la Campania. Le caratteristiche da tenere conto per affidarsi a un’auto usata? Al primo posto c’è il tipo di carburante per poter circolare senza limiti di tempo e di spazio evitando le restrizioni anti inquinamento. Poi l’anzianità anche in base alle abitudini, visto che un veicolo con meno anni di vita assicura prestazioni più durature, ma uno più vecchio può essere utile come soluzione temporanea. Nel bilancio delle scelte conta anche chi è il venditore dell’auto, concessionaria o un privato. Ecco cosa emerge dal rapporto che analizza anche le permute dei veicoli dai privati alle rivendite.
Il diesel continua a dominare
Gli italiani scelgono ancora il gasolio se vogliono puntare su un veicolo usato. I minori consumi garantiti dal carburante sulle lunghe distanze pesano nella decisione. Per questo motivo lo preferiscono il 48,7% degli automobilisti rispetto alla benzina che raggiunge il 40,3% dei consensi. Tra l’altro, nonostante soprattutto al nord – compresa la nostra provincia di Brescia – ci siano da tempo limiti stringenti alla circolazione per i mezzi più inquinanti. Contando le altre fonti di alimentazione, i veicoli di seconda mano a gpl e venduti sono stati poco più del 4%. In coda ci sono i mezzi a metano (2,2%), elettrici (0,6%) e plug-in (0,4%).
A fronte dei mezzi diesel in continuo aumento di preferenze, non è così per le concessionarie. Si conferma al primo posto per i veicoli in permuta venduti dai privati ai rivenditori, ma cala al 53,5%. E’ anche il segno che le stesse società non vogliono rischiare di acquistare mezzi che in certe zone d’Italia non possono circolare. Crescono, invece, i mezzi a benzina (33,2%) e quelli elettrificati.
Parco veicoli sempre più vecchio
Più della metà delle auto usate vendute, in aumento del 4,5%, hanno oltre dieci anni di vita. E il trend riguarda anche le vetture cedute dai privati alle concessionarie (40%). Il prezzo più ridotto rispetto ai veicoli recenti e la carenza di incentivi inducono a rimandare il rinnovo del parco mezzi. Così restano al 15% i veicoli da 6 a 10 anni ceduti e al 12% quelli dai 4 ai 6 anni, mentre sono in calo quelli che hanno solo un paio di anni e a km zero.
Giù le concessionarie, su i privati
6 auto usate su 10, con un rialzo di oltre dodici punti percentuali rispetto al 2021, sono state vendute tramite privati. Le società di rivendita, che scontano la scarsa disponibilità dovuta prima alla pandemia e poi ai ritardi nelle consegne, si sono occupate di solo un terzo (36,5%) delle trattative. Questo conferma che rivolgersi a un privato è una consuetudine sempre più praticata e meno costosa visto che non è necessario fornire garanzie sul veicolo ceduto. Si aggiungono anche le piattaforme e i siti web di annunci che amplificano il fenomeno.
Di certo continua a registrarsi una tendenza negativa tra le società di rivendita che chiudono a causa dei costi di gestione e dei ricavi azzerati. Su questo fronte si sta andando verso un’ulteriore svolta prevista dal nuovo regolamento europeo VBER in tema di concorrenza che punterà sul rapporto diretto tra case produttrici e clienti mediato dagli agenti e trasformando le concessionarie in semplici distributori. In ogni caso, aumentano i privati che permutano la propria auto (63%), ma calano al 26,2% i ritiri da parte delle rivendite, comprese quelle del noleggio lungo termine e da km zero.
Continua, quindi, il calo delle vendite di auto di seconda mano, al contrario del trend per i veicoli di nuova immatricolazione che si è finalmente invertito, trainato dalle aziende che rinforzano le flotte con vetture elettriche e a noleggio di lungo termine. Nei prossimi report che saranno diffusi ogni mese da UNRAE si capirà se in questo inizio del 2023 ci sarà un’inversione di tendenza anche per le auto usate.